Gli Amara Vendetta nascono a Sestri Levante da un’idea di Alessio Capello, Michele Pavani e Michele Rivera.
Dopo appena un anno il gruppo pubblica “Samsara”, la prima parte del loro progetto principale: la “Trilogia Orientale”, ovvero un unico concept album diviso in tre capitoli da sei canzoni l’uno; la storia di un uomo fallito che parte in un lungo viaggio per fuggire da se stesso.
Questo primo lavoro risulta abbastanza influenzato dai gusti musicali dei tre membri fondatori: Alessio porta con se la grinta della cultura grunge, mentre Rivera e Pavani (seppure provenienti da due generi diversi) trovano come punto d’incontro e di ispirazione le grandi band del panorama rock Italiano anni ’90, quali: Timoria, Ritmo tribale e Litfiba.
Dopodiché la prima formazione degli Amara Vendetta si scoglie e dei membri fondatori rimane Michele Pavani, il quale decide di passare alla chitarra cedendo il posto di cantante ad Alice, una ragazza di Genova con la voce necessaria alla realizzazione del secondo capitolo della trilogia: “Ronin”.
“Ronin” infatti è a tutti gli effetti il capito più hard rock dell’intera trilogia, ogni canzone è stata composta da Michele Pavani che ha fatto prevalere la sua anima stoner (e il suo amore per la controcultura, accompagnato dalla voglia di fare le cose così come nascono sul momento senza paura di esser giudicati) senza però allontanarsi troppo da quanto iniziato con “Samsara”; o come lo definirebbe lui “un lavoro grezzo, distorto come non mai e tanto potente quanto impreciso”.