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Watch: videoclip first single “When I’m alone”

I Jester in Jail non hanno bisogno di tante presentazioni. Tre ragazzi di , Marche, classe 99-01, detti Matteo Melchiorri (Voce, Chitarra), Gennaro Tomma (Voce, Basso) e Giacomo Branchesi (Batterie). Nascono nel Marzo del 2017, con poche pretese, forse solo una: scrivere pezzi propri. L’amore per il punk-rock e il brit-pop porta i 3 ragazzi alla creazione di melodie uniche, particolari, che riassumono stili di vari artisti diversi quali Greenday, Pink Floyd, Foo Fighters, Oasis. I Jesters iniziano il loro cammino in una piccola soffitta di via Ponchielli, in incidendo alcuni demo casalinghi e riscontrando un discreto successo mediatico. I primi concerti sono spesso e volentieri in ambito scolastico, facendosi largo fra la miriade di ragazzine impazzite per la band. Passano la prima estate e il primo inverno velocemente, e i tre decidono di entrare in studio e incidere il primo disco, un EP intitolato “The Worst Is Yet To Come” (Il peggio deve ancora venire) contenente 5 tracce, fra cui emergono The Secret (Your Name) e Save Me. Il disco esce il 1º Giugno 2018, è un buon successo per i ragazzi che lo promuovono con vari live sparsi in tutta Italia. Non passa molto tempo che già possiedono buon materiale con cui lavorare, e firmano per Seahorse Recordings, una casa discografica siciliana del buon Paolo Messere, produttore e frontman dei Blessed Child Opera. Ed ecco cominciare una nuova avventura: i Jester in Jail si recano in Sicilia, a Tcchrapani, per incidere il primo full-lenght, Memories Faded & Broken Hearts. Nonostante il periodo (gennaio 2019), sono accolti da un clima favorevole, e riescono a registrare ben 11 pezzi nella sontuosa villa di Paolo, uscendone molto soddisfatti del lavoro. In mano possiedono un album molto variegato: alcuni pezzi sono cantati da Matteo, melodici e rockeggianti, mentre altri sono scanditi dalla profonda voce di Gennaro. Spesso e volentieri, le voci dei due si intrecciano, si uniscono e si distaccano, giocando fra tonalità alte (Matteo) e tonalità più scure (Gennaro), badando bene a non far cantare il batterista, che è meglio rimanga dietro le pelli.

Il disco, un 11 tracce in lingua inglese, porta con se un tema a libera interpretazione: le memorie sbiadite e i cuori infranti, vari episodi di tali situazioni, partendo dalla semplice “Now we are nothing under the morning light” (Ora non siamo più nulla sotto la luce del mattino), alla potente “Mannequin” (Manichino), in cui si evidenzia l’infelicità dell’essere usati, dell’essere trattati come fantocci del circo. Un manichino infatti sarà il protagonista delle grafiche del disco. È una denuncia sociale in difesa dei veri innamorati, di chi non ha paura di gettarsi nel gioco dell’amore seppure consapevole del rischio di scottarsi, di ferirsi, di perdere (When I’m Alone) e di trovare, di fuggire e di rincorrere (Run), di stancarsi (Repulsion) e di innamorarsi ancora (Memories Faded & Broken Hearts).

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