Nell’estate 2008… Spino e Charles si incontrano a Lignano. Stringono amicizia suonando Beatles durante le sessioni di busking nella stagione estiva. Tutto doppio: due chitarre, due voci, due armoniche; una sola passione, il rock’n roll. È così che, tornando a Gemona, decidono di riprendere in mano le chitarre elettriche.

Autunno. L’affiatamento si trasmette anche al bassista Den. Con le prime prove nascono alcune delle celebri canzoni del loro primo album.

Inverno. Dopo alcuni mesi di modeste esibizioni dal vivo, con un batterista che fatica a entrare nel mood della band, ecco arrivare il Piotre alla batteria. I quattro si conoscono già da tempo: adolescenti chiacchierate musicali al bar, pregresse esperienze musicali in medesimi gruppi, condivisione di palchi con band diverse… Il loro sembra un incontro tra amici ritrovati. Adesso la band può dirsi al completo. Il repertorio viene messo a punto, le canzoni acquistano il loro giusto spessore e si forma il genuino sound The Moon.

Inzia la gavetta. Quattro componenti, quattro differenti vicende musicali, qualche disco alle spalle. Ma quando si riparte si ricomincia da zero. Ecco la gavetta, fatta di spostamenti in auto tra feste di compleanno, sagre paesane, eventi musicali locali, le prime esibizioni importanti tra contest e concorsi, pubs e clubs. Quasi un concerto alla settimana tra 2009 e 2010. The Moon si mettono alla prova, testano la validità delle canzoni e dei suoni, calcolano la loro tenuta. E il gruppo tiene: dal vivo sanno scatenare energia, trascinando con sé chi li segue.

Lunatics”. The Moon, consapevoli dei progressi che vanno sviluppando, si sentono maturi per presentare il proprio lavoro in un prodotto artistico che rispecchi la buona qualità musicale e compositiva che li contraddistingue. Alla fine del 2010 registrano l’album “The Moon – Lunatics” (Entropia Studios). Il disco è subito accolto con favore da amici e simpatizzanti della band, che ormai si fa conoscere per le sue forti influenze british: tra rock e pop, tra anni ’60 e anni ’90, con originalità e stile. Suonano in tutto il Friuli, si spostano nel Veneto. Fanno capolino in Lombardia e in Piemonte. Ovunque vadano sono accolti con sorpresa e ammirazione: non è raro che il pubblico gli chieda di chi fosse quel pezzo che avevano suonato prima. (Di chi era? Ma di The Moon!)

Rose In The Land Of Tears”. L’album Lunatics ha tre ristampe (quasi mille i dischi venduti) e The Moon decidono di incrementare la loro visibilità con il video-clip/singlo “Rose In The Land Of Tears” (Uponadream). In un anno e mezzo le visualizzazioni arrivano, sul solo sito ufficiale, a 80mila – senza contare i passaggi su molti altri canali. Per mesi il video è su RockTv (Sky) due volte alla settimana.

Stampa e modulazione di frequenza. I media musicali iniziano a interessarsi al fenomeno The Moon: “È un disco pulito, ben prodotto, i cui brani fanno sorridere e muovere la testa a ritmo, ricordando la magica ondata britannica” scrive «Rockerilla»; per «Rumore» The Moon “decidono di ripercorrere tutto il brit-pop. Lungo le dieci tracce ritroviamo le manovalanze più rappresentative di quella scena”; e «thewebzine.wordpress.com» si lascia scappare una frase come “la bella decina di brani di questo disco la ricorderemo senz’altro come uno dei migliori esperimenti del duemiladodici”. Arrivano alle radio di tutta Italia. Quando possibile i due frontmen vanno di persona negli studi e lì propongono squisite versioni acustiche delle loro canzoni più note, alle quali aggiungono brani inediti. Tra le tante partecipazioni si ricordano in particolare le interviste e i passaggi musicali su Radio Koper/Capodistria; le apparizioni e i passaggi video sulla rete nazionale slovena TvKoper/Caposidstria e Slo2. In Italia il maggior successo, oltre alla rotazione per dei mesi del videoclip su RockTv, è sulla Rai: con la rubrica del Tg1 “Note”; con i passaggi di Radio1 a “Demo”, con le interviste dei due conduttori e, infine, con il singolo che per mesi diventa sigla di chiusura del programma.

Waiting For Yourself”. Nel 2014 è uscito il nuovo atteso lavoro della band. Dopo aver fatto tesoro di tutte le esperienze precedenti, hanno inciso in un nuovo disco i loro brani inediti che rendono giustizia alle capacità compositive, musicali e visionarie di The Moon, senza tradire la matrice british e le ascendenze anni ’60 care alla band.

The Moon