
Il Mulo
Dopo dieci anni e tre dischi pubblicati a nome Clamidia, dopo aver condiviso i palchi con i
maggiori esponenti della musica alternativa italiana di inizio secolo (Massimo Volume, Linea 77,
Umberto Palazzo, One Dimentional Man, Bud spencer blues explosion, Lombroso, Giorgio
Canali, Cesare Basile, Edda…) e dopo un paio d’anni di silenzio, Morris Celli torna con il
progetto Il Mulo, accompagnato da Luca Balacca e Mattia Benvenuti.
Propongono dell’elettronica cantautorale.
Adatti a tutti i locali per impatto sonoro e suolo pubblico occupato, adatti a tutti i cuori aperti
Fingo di non vederti
Ho capito la necessità della musica, ho capito che senza non posso stare. Ho capito che sono
un tramite di voci che ho dentro e il mio corpo sembra solo l’ennesimo confine da oltrepassare.
Ho capito che la musica è una terapia nei momenti difficili e una cassa di risonanza quando la
gioia non sembra trattenersi.
Ho capito che può cambiare l’istante e il suo divenire.
Lo stereo era spento da mesi, la testa aveva altro a cui pensare e la musica aveva già lasciato
un solco nei miei ricordi; ma alla “Scala delle Paure” dovevano ancora annunciare il vincitore
mentre già pensavo di aver raggiunto l’apice della sopportazione.
Fregandosene di tutto Il Mulo mi caricò addosso come un cencio e senza avere un apparente
coscienza iniziò a risalire un pendio scosceso inerpicandosi su un terreno senza sentieri.
L’aria era gelida attorno a noi e il paesaggio era inghiottito da una fitta nebbia; il silenzio veniva
smorzato dall’incedere dell’animale sulla terra fradicia e dal mio respiro mai così pesante e
affannoso.
Vagammo per giorni con un incolmabile senso di solitudine: ero vuoto ma un peso da portare e
sangue da custodire.
Senza che l’animale emise mai un lamento per la fatica e senza mai fermarci, arrivammo in
cima ad un monte e la coltre spessa che ci aveva accompagnato ormai da giorni si dirado’: un
improvviso bagliore mi illuminò il viso mentre il Mulo rimase fermo. L’aria si rasserenò, il mio
respiro con lei. L’universo, lontano durante quei giorni, non aveva perso un passo e tutto era
avanzato spinto da una logica prestabilita, senza perdere un solo istante. C’è troppa forza
dentro ogni cosa da non poter aspettare le sorti di nessuno. Lo ritrovai, ritrovai le parole e i
suoni che le accompagnano.
Posai i piedi a terra e accarezzai il mio destriero: un semplice Mulo che mi aveva portato oltre le fatiche, le perdite, le delusioni, le paure.
Perché Il Mulo avanza e non si ferma finché il cuore non cede. E questo non è di certo il momento.